CFP: La Poetica di Aristotele: dalle traduzioni alle poetiche
LETRA Seminario di traduzione letteraria (LaborLETT, CeASUm)
https://r1.unitn.it/laborlet/letra/ Convegno internazionale
La Poetica di Aristotele: dalle traduzioni alle poetiche.
Le traduzioni della Poetica di Aristotele dal Cinquecento a oggi e lo sviluppo delle poetiche europee
Università di Trento, 4-5 marzo 2021
Poche cose registrerà la storia più belle e più patetiche di questo consacrarsi di un medico arabo ai pensieri di un uomo dal quale lo separavano quattordici secoli. Alle difficoltà intrinseche dobbiamo aggiungere che Averroè, non conoscendo il siriaco e il greco, lavorava sulla traduzione di una traduzione. Il giorno prima, due parole dubbie lo avevano arrestato al principio della Poetica. Le parole erano tragedia e commedia. Le aveva trovate, anni prima, nel terzo libro della Rettorica; nessuno, nell’àmbito dell’Islam, aveva la più piccola idea di quel che volessero dire. Invano aveva sfogliato le pagine di Alessandro di Afrodisia, invano compulsato le versioni del nestoriano Hunain Ibn-Ishaq e di Abna-Bashar Mata. Quelle due parole arcane pullulavano nel testo della Poetica; impossibile evitarle.
J.L. Borges, La ricerca di Averroè
La Poetica di Aristotele è uno dei testi più importanti per lo sviluppo delle poetiche occidentali. Se già in epoca medioevale questo trattato aveva ricevuto molta attenzione, esso era stato conosciuto attraverso sue traduzioni e commenti in arabo. Quando, sul finire del XV secolo, viene recuperato l’originale greco, pubblicato da Aldo Manuzio nel 1508, inizia un’imponente opera di traduzione, in latino – da quelle di Willem Moerbeke (1278) e di Giorgio Valla (1498) a quella di Alessandro de’ Pazzi, 1527-36 – e in volgare (la prima fu quella in toscano di Bernardo Segni (1549). Le traduzioni si diffondono progressivamente in tutta Europa e proprio a partire da queste ultime fioriscono i commenti, i trattati e le osservazioni che a loro volta influenzano grandemente la riflessione estetica, il gusto, la produzione artistica. A titolo di esempio si pensi alla rilevanza che assume tra Rinascimento e Barocco il concetto di unità d’azione, grazie, più ancora che al testo aristotelico, alle letture che di questi diedero Agnolo Segni e Ludovico Castelvetro.
Se la letteratura critica sulla ricezione della Poetica è molto vasta, meno estesa è quella che studia l’influenza delle traduzioni in lingue moderne sulla ricezione stessa e, conseguentemente, sul pensiero estetico, sul gusto delle diverse epoche e tradizioni nonché sulla concezione dei generi letterari. Il problema non è solo relativo all’epoca moderna: in alcuni casi già i traduttori arabi modificarono, talvolta distorsero, la lettera aristotelica con conseguenze importanti sulla riflessione estetica. Si pensi alla chiosa averroista che collegava tragedia e insegnamento morale, dovuta proprio a una traduzione inesatta, assente nel testo aristotelico, ma dall’importanza centrale per lo sviluppo delle poetiche occidentali medioevali (e non solo). Alcuni studiosi, come Antoine Compagnon e William Marx, hanno compiuto acute ricognizioni su determinate parole chiave (quali, ad esempio, mimesis e katharsis), mostrando la necessità di ricerche puntuali sulle traduzioni in varie epoche e aree linguistiche che studino il rapporto tra scelte traduttive e sviluppi delle poetiche.
Scopo del convegno è approfondire questo aspetto, analizzando traduzioni di diverse aree linguistiche e altezze cronologiche e il loro rapporto con lo sviluppo delle teorie estetiche, anche in relazione a specifici generi e forme, e valutare in che misura su questi aspetti ha influito – per usare la terminologia bermaniana – l’«orizzonte traduttivo» dei diversi volgarizzatori e traduttori. Si intende dunque osservare attraverso l’analisi o la comparazione di opere, in chiave sia sincronica sia diacronica, come alcune scelte traduttive – soprattutto di singoli lemmi o di campi semantici – del testo aristotelico abbiano influenzato l’elaborazione delle poetiche letterarie dal Cinquecento ad oggi.
Il convegno vuole coinvolgere diverse tipologie di studiosi: esperti di letterature nazionali, traduttologi, comparatisti, teorici della letteratura, filologi e filosofi, che s’interessino al problema delle traduzioni di Aristotele in lingue moderne (e segnatamente in italiano, inglese, francese, spagnolo e tedesco) a partire dal XVI secolo. Tra gli assi di ricerca possibili trovano posto studi su:
- – singole traduzioni
- – comparazioni di due o più traduzioni cronologicamente distanti, ma appartenenti allastessa area linguistica, o coeve ma di aree linguistiche differenti;
- – analisi comparative sulle traduzioni di una parola-chiave o di campi semantici;
- – panorami di traduzioni in un’area linguistica (o un’epoca, attraverso diverse areelinguistiche);
- – il rapporto tra traduzioni e volgarizzamenti della Poetica aristotelica e trattati o testi dipoetica ed estetica.Chi fosse interessato a partecipare con una comunicazione di 25 minuti (in italiano, inglese, francese, spagnolo o tedesco) è pregato di inviare un abstract di massimo 300 parole e una breve
nota bio-bibliografica all’indirizzo letra.lett@unitn.it entro il 31 ottobre 2020. I risultati della selezione saranno comunicati entro il 15 novembre 2020.