«La vita o è stile o è errore». Giovanni Arpino e la sua opera

«La vita o è stile o è errore». Giovanni Arpino e la sua opera

Programma

In occasione dei novant’anni dalla nascita e dei trent’anni dalla scomparsa di Giovanni Arpino, proporre un Seminario di Studi sulla sua ricca e proteiforme attività letteraria significa soprattutto riportare la giusta attenzione critica su un autore di così evidente rilievo.

Romanziere e scrittore di racconti di indiscutibile qualità – basti pensare ai celebri titoli La suora giovane, Un delitto d’onore, Il buio e il miele – ma anche poeta, autore di narrativa per ragazzi e cronista sportivo d’eccezione, Arpino ha attraversato una buona parte del secondo Novecento, registrando con le sue opere i cambiamenti della società italiana dal Dopoguerra sino alla fine degli anni Ottanta.

Gli interventi al Seminario, dunque, si soffermeranno sulla vasta e ricca produzione narrativa, analizzata sia in rapporto ai complessi personaggi dei suoi romanzi (si pensi ai controversi protagonisti de Un’anima persa 1965, Il buio e il miele 1969, Il fratello indiano 1980, La sposa segreta 1983), sia rispetto alla rappresentazione del paesaggio (si pensi ad un’opera come L’ombra delle colline, 1964), sia, infine, rispetto alle originali strategie narrative messe in campo nei molti racconti (Un gran mare di gente e Raccontami una storia, 1981). Una specifica attenzione sarà inoltre dedicata alla narrativa per l’infanzia (tra i più noti Rafè e Micropiede, 1959, Le mille e una Italia, 1960, Avventure di corte e di cortile, postumo), nonché alla produzione poetica (da Dov’è la luce, 1946 a Fuori gioco, 1970) e a quella, per così dire, estravagante degli Epigrammi e degli Epitaffi. Centrale sarà naturalmente il rapporto con il cinema, testimoniato del resto da alcuni celebri film tratti dalla sua opera, tra cui Divorzio all’italiana (1962), Profumo di donna (1974) e La novizia (1975). Verrà presa inoltre in considerazione la sua meno nota ma significativa attività di scrittore per il teatro (L’uomo del bluff, 1967, Oplà, maresciallo, 1982). Essenziali per il completamento di un’immagine a tutto tondo dell’opera dello scrittore, sono indubbiamente gli scritti da lui dedicati alla città di Torino, nonché la sua passione per il calcio, evidente non solo nel romanzo Azzurro tenebra (1977), ma anche nelle notevoli cronache giornalistiche raccolte ora in Un’idea di sport.