Giornata di studi in ricordo di padre Francesco Mattesini…
Narrazioni delle origini nella letteratura italiana del Novecento
Il convegno si terrà il pomeriggio del 18 novembre (presso l’Auditorium Enzo Biagi, Sala Borsa) e la mattina del 19 novembre (presso l’Aula IV, di Via Zamboni, 32)
Il convegno è organizzato da: R. Gasperina Geroni, F. Milani (Università di Bologna)
Abstract:
Una delle principali domande che insistentemente ci poniamo riguarda il mondo delle origini: le origini dell’umano, del divino e dell’universo. La scienza ha offerto un modello fondato sulla teoria del Big Bang, il principio secondo il quale l’universo sarebbe in costante espansione ma di cui tuttavia si ignora la scintilla iniziale. Mentre la scienza approfondisce sempre di più il proprio modello, la letteratura e la cultura più in generale hanno a lungo fantasticato e immaginato il mondo degli inizi, e lo hanno fatto attraverso l’arte che è a sua volta un linguaggio che permette di dare inizio a un mondo artistico. In questo senso, il convegno, La narrazione delle origini nella cultura italiana del Novecento, che qui si intende proporre, si fonda su un presupposto delle teorie di Edward Said, che tra i primi negli anni Settanta ha dedicato un lungo lavoro, mai tradotto in italiano, al problema dell’origine, distinguendo l’origine (Origin) dagli inizi (Beginnings). La prima è quanto Vico, alla cui tradizione il pensatore si richiama, definisce la storia sacra, ovvero il mondo dell’origine, dell’attimo – non conoscibile, direbbe l’autore della Scienza nuova – in cui dio ha dato vita al mondo e che è distinto dal mondo storico degli uomini che, sempre per Vico, acquista valore solo nel momento della presa di coscienza di sé in quanto uomini. Gli inizi sono dunque i momenti storici a partire dai quali è possibile pensare l’origine. È una questione, questa, che attraversa in lungo e in largo tutta la riflessione filosofica novecentesca, così l’antropologia e la psicoanalisi. Proprio ponendosi all’incrocio di queste discipline, il convegno desidera accogliere, attraverso una prospettiva originale, contributi volti a sondare la persistenza così come la trasformazione di forme narrative legate al modo che la cultura ha di intendere l’origine e l’originario: ciò che siamo, insomma, non tralasciando, al contempo, la consapevolezza teorica che l’atto artistico è esso stesso un inizio, calato in un contesto storico definito e preciso. Il convegno si pone così l’obiettivo di una prima mappatura, finora intentata nel campo attuale degli studi di italianistica, che attraversi il Novecento e le sue correnti, proprio intrecciando il problema della rappresentazione dell’originario con le problematiche che l’inizio impone all’artista. Al contrario di quanto scriveva F. Kermode, la nostra epoca non ci appare afflitta dal problema della fine, quanto dal problema opposto, quello dell’inizio, dal senso dell’inizio, e su questo è necessario tornare.