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Alle soglie del racconto. Nei dintorni della narrativa breve italiana
Seminario di ricerca
a cura di Nunzia Palmieri, Giacomo Raccis, Damiano Sinfonico
10 aprile 2019
Università di Bergamo
con il patrocinio della Società Italiana per lo Studio della Modernità Letteraria
Ed è appunto nell’anticàmera del libro – continuò Gigi – che qualche amico di casa (per es. lo stesso padrone) ha modo di catechizzare chi attende e d’imboccargli la conveniente ammirazione, col decantare cioè le doti dell’autore, i pregi del libro, le difficoltà superate, ecc. ecc.
(Carlo Dossi)
Fin dalle origini della nostra tradizione letteraria, la scrittura narrativa breve si accompagna all’elaborazione di strutture macrotestuali che interagiscono a più livelli con i testi. Giovanni Boccaccio, con la cornice narrativa del Decameron, definisce un modello di architettura narrativa fondamentale per la tradizione novellistica, capace di proliferare, oltre che nel genere della fiaba letteraria, come testimonia Lo cunto de li cunti di Basile, anche nella contemporanea età del racconto, di cui sono modello le conversazioni tra Marco Polo e Kublai Kahn nelle calviniane Città invisibili. Tuttavia, se le cornici sono componenti pienamente testuali di un’opera e in maniera evidente contribuiscono a definirne il significato, più sfuggente appare il ruolo di tutti quegli elementi paratestuali che la lezione narratologica genettiana riunisce nella dimensione delle “soglie”. Sono tanti, e ciascuno con una propria, specifica funzione, gli elementi che costituiscono quella «zona di transazione» (Genette) in cui gli autori mettono in atto pratiche, più o meno implicite, più o meno riuscite, di orientamento alla comprensione delle loro opere: i titoli, che alludono all’orizzonte semantico di un’opera (Il mare non bagna Napoli di Ortese) o che definiscono implicitamente la struttura narrativa (Novelle per un anno di Pirandello o Il sistema periodico di Levi); gli indici e altri elementi architettonici che diventano metafora costruttiva della struttura testuale (come nel Castello dei destini incrociati di Calvino o in Cani dell’inferno di Benati); i paratesti (note, introduzioni, prefazioni) che, forti di un registro discorsivo convenzionalmente informativo, offrono agli autori uno spazio in cui “giocare” con il lettore e le sue aspettative (come le prefazioni di Dossi alle sue raccolte, le note al testo in Città distrutte di Orecchio o le note d’autore di Gadda); gli elementi illustrativi, le copertine, ma anche le immagini inserite in apertura d’opera (come la mappa che offre un concreto orizzonte geografico alle novelle di Narratori delle pianure di Celati).
La giornata di studi Alle soglie del racconto. Nei dintorni della narrativa breve italiana porta avanti l’iniziativa del seminario permanente sul racconto del Dipartimento di Lettere, Filosofia, Comunicazione dell’Università degli Studi di Bergamo, che arriva al suo quarto appuntamento – dopo le giornate del 2015 (Racconto italiano contemporaneo: percorsi, forme e letture), del 2016 (Genealogie del racconto contemporaneo) e del 2017 (Racconti di una vita. La narrazione biografica breve nella tradizione contemporanea) –, proseguendo nel tentativo di mappare il racconto in quanto specifico “modo” della narrazione e provando, in questa circostanza, a indagare forme, generi e modalità di interazione tra il testo e i differenti elementi testuali e paratestuali che preparano la ricezione delle narrazioni brevi raccolte in volume. Gli elementi che compongono le soglie del testo letterario sono molteplici, cambiano a seconda delle epoche e delle tradizioni culturali che vi fanno ricorso, ma soprattutto mutano funzione in base ai generi letterari. È proprio il caso delle raccolte di novelle o racconti, agglomerati testuali di per sé molto articolati, che impongono quindi agli autori di adottare strategie di accesso al testo ancor più complesse e originali. Per questo, l’approfondimento degli studi in questo ambito si rivela particolarmente stimolante, tanto da spaziare tra aspetti formali (costruzione dell’impianto narrativo, definizione di voce narrante e tempo del racconto), dimensioni tematiche, prospettive filologiche sulla composizione dei testi e sul loro rapporto con la vicenda autoriale (si pensi al ruolo delle epigrafi o delle dediche) e dinamiche della ricezione.
A partire da queste riflessioni, si prenderanno in considerazione interventi che vertano sulle seguenti linee di ricerca:
– analisi della sfera paratestuale di singole raccolte di racconti, anche in relazione all’efficacia delle strategie autoriali rispetto alle dinamiche della ricezione;
– analisi comparate riguardanti la dimensione paratestuale di diverse raccolte di racconti, indagate anche in relazione alla sfera della ricezione;
– percorsi tipologici di carattere storico, che affrontino le trasformazioni di uno specifico elemento di soglia nel corso del tempo, nella tradizione letteraria italiana in prospettiva comparata o nella vicenda di un singolo autore;
– analisi critiche e teoriche su specifiche tipologie paratestuali.
Le proposte dovranno pervenire entro e non oltre il 15 gennaio 2019 all’indirizzo giornatasulracconto@gmail.com e dovranno contenere un abstract dell’intervento (max 1500 battute) e una breve notizia bio-bibliografica dell’autore.