Le narratrici Convegno del Gruppo di lavoro. Studi delle…
Cesare Pavese: il racconto tra razionale e irrazionale
«Ticontre» 13 (maggio 2020)
È online la call for contributions relativa alla sezione monografica del numero XIII di «Ticontre» (maggio 2020) dedicata alla scrittura di Cesare Pavese, a cura di Giancarlo Alfano, Massimiliano Tortora e Carlo Tirinanzi De Medici. La deadline per l’invio degli abstract è il 1 novembre 2019, quella per la consegna degli articoli definitivi il 6 gennaio 2019.
A cura di Giancarlo Alfano, Carlo Tirinanzi De Medici, Massimiliano Tortora
In occasione del settantesimo anniversario della morte di Cesare Pavese «Ticontre. Teoria Testo Traduzione» ha deciso di dedicare un numero monografico alla figura del critico e scrittore piemontese.
L’opera di Cesare Pavese sembra percorsa da una frattura o un dissidio che ha un ruolo centrale per comprende- re la produzione dell’intellettuale di Santo Stefano Belbo. Da una parte vi è la dimensione eminentemente razionale, che gli derivava in gran parte dall’insegnamento dell’area gobettiana e in particolare di Augusto Monti, come diventa chiaro negli slanci volontaristici (letterariamente Il compagno e, biograficamente, l’iscrizione al PCI) e nell’impostazione storicistica alla base dell’idea di perdita che accompagna la crescita: a questa dimensione sembra riconducibile il tema dell’ingresso nel mondo adulto visto anche come un allontanamento e distacco da un passato ormai irrecuperabile (La luna e i falò). Dall’altra vi è invece l’impulso verso l’irrazionale, uno spazio pre- o a-logico che consente tramite il processo dell’intuizione di accedere a una verità ulteriore, quella che in Feria d’Agosto chiama «aurorale verginità della natura». Al di là delle possibili ragioni soggettive, personali dell’uomo-Pavese, una tale istanza si spiega con una idea fondativa e quasi sacrale della fanciullezza, che collettivamente si sostanzia nel mito (Dialoghi con Leucò) e, attraverso la mediazione di Jung, nella ricerca di alcuni archetipi. Questo spazio irrazionalistico alla base del mito non si risolve in una comunione panica né nell’estasi mistica, ma si volge spesso in immagini di morte: l’ambivalenza in ogni caso rimane e innerva il mondo pre-storico, contadino, cui i narratori e i personaggi pavesiani guardano sempre con affetto, desiderio, nostalgia, ma nel quale si nasconde un fondo di violenza che è espressione del caos da cui il bambino si distacca quando diventa adulto. Tutto ciò influenza anche la struttura narrativa pavesiana, caratterizzata dalla «frattura dell’asse lineare del tempo» (Lanzillotta) e da un uso esteso della ripetizione (di motivi, frasi, situazioni).
L’interrogazione sul Male, sull’Irrazionale, sulla potenza del Mito ha affascinato il Pavese intellettuale e consulen- te editoriale, e ha di certo influenzato in maniera profonda il Pavese narratore, cui si intende dedicare questa se- zione monografia di «Ticontre», considerando la sua produzione romanzesca insieme a quella poetica. L’obiettivo è di contribuire a una interpretazione complessiva della visione pavesiana del racconto come dimensione di co- noscenza che va al di là della mera ricostruzione del fatto (i gaddiani «due ettogrammi di piombo» che rendevano all’autore milanese sospetta una certa interpretazione del Neorealismo) o di una conoscenza puramente logica. Narrare, quindi, come atto che mette in luce la complessità del reale, i suoi molteplici livelli, e «obbliga» (per ri- prendere le parole di Giuseppe O. Longo) a tenerli in considerazione e a rendere sulla pagina quella complessità. Un altro aspetto che si vorrebbe indagare riguarda la presenza di elementi pavesiani nelle generazioni successive di narratori, osservando l’influenza di Pavese sull’organizzazione del racconto, la scelta delle situazioni narrative e dei temi, la definizione di uno stile nella letteratura del secondo Novecento.
Partendo da queste osservazioni si invitano gli autori interessati a mandare proposte di articoli dalla lunghezza massima di 60 000 caratteri per la sezione monografica del n. 13 della rivista «Ticontre». Gli abstract, di mas- simo 1000 caratteri e corredati di una breve nota bio-bibliografica di massimo 300 caratteri, dovranno essere inviati all’indirizzo pavese2020@gmail.com entro il 1 novembre 2019. Le lingue accettate per gli articoli sono quelle consentite dalla rivista. La decisione definitiva verrà comunicata entro l’8 novembre 2019. Gli articoli completi, redatti secondo le norme editoriali della rivista, dovranno essere inviati entro il 6 gennaio 2020. Tutti gli articoli verranno sottoposti a revisione tra pari. «Ticontre» è inserita nell’elenco ANVUR delle riviste di fascia A per l’area 10.
Le linee di ricerca suggerite comprendono:
– Cultura del mito nell’Italia tra anni Trenta e Quaranta del secolo XX
– Temi del sangue, del sacrificio e della rinascita nella narrativa e nella poesia pavesiana – Strutture del racconto e forme della conduzione narrativa nei romanzi di Pavese
– Pavese e la cultura del romanzo europeo e statunitense (anni ’20-’40)
– Influenza di Pavese sulla narrativa della seconda metà del secolo XX