Letteratura e antropologia

Letteratura e antropologia

Generi, forme e immaginari

Convegno MOD 13/15 Giugno 2019

Università degli Studi del Molise
Campobasso

Programma

Sessioni parallele

Comitato scientifico: Letizia Bindi, Alberto Carli, Giuseppe Lupo, Luigi Montella
Segreteria organizzativa: Carmine Aceto, Silvia Buffo, Silvia Cavalli, Davide Savio

La letteratura e le scienze dell’uomo − che nella loro progressiva specializzazione ottocentesca avrebbero assunto il nome di antropologia (diversificandosi dalle scienze sociali) − sono da sempre compagne di viaggio. Condividono, infatti, un terreno di ispirazioni comuni e suggestioni reciproche, intuizioni, prestiti e collaborazioni; ma anche di decise ed evidenti divergenze. Tra XIX e XXI secolo, l’antropologia, i suoi protagonisti, i suoi miti e i suoi metodi di indagine sono stati spesso ritratti o adottati dalla letteratura e addirittura dalla critica da parte di moltissimi autori. Nella prima metà dell’Ottocento, furono celebri figure di letterati a farsi per primi ostetrici di una neonata antropologia culturale, già allora inscritta nei binari umanistici. Si va così dalle raccolte di canti di un Tommaseo e dagli interessi antropologici appena successivi di un D’Ancona o di un Comparetti, fino agli esperimenti di riproduzione e riscrittura letteraria del dettato tradizionale narrativo e poetico, regionale e dialettale, o fino alla riformulazione del linguaggio antropologico in seno alla letteratura popolare e di consumo, così come accade talvolta ancora oggi. Pertanto, non è difficile individuare in molte opere letterarie la possibilità di adottare una chiave di lettura declinata in termini antropologici. Accade nel romanzo di formazione, nel romanzo storico, nel realismo minore e in quello più maturo del romanzo di impianto verista o, ancora, nei generi del Noir e del poliziesco, nel romanzo di cronaca, nel romanzo di ambientazione cittadina, in quello di ambientazione rurale, così come anche nel reportage documentaristico-narrativo, nelle scritture di viaggio, nonché in tutte le pagine letterarie post-coloniali, senza per questo dimenticare la contemporaneità di molta letteratura generazionale. Né si possono scordare fenomeni recentissimi, come il Global Novel, l’Antropofiction e il Fantafolk dove sono spesso gli stessi antropologi a farsi autori di romanzi e racconti, innervando la loro disciplina nell’humus fertile della scrittura letteraria contemporanea e restandone poi felicemente coinvolti.

 

SESSIONI PARALLELE

  1. Gli scrittori e l’archivio dell’antropologo. Il panel intende offrire una panoramica sugli scrittori che fra XIX e XXI secolo hanno approfondito letture e interessi di carattere antropologico, traendone evidente ispirazione, facendone materia letteraria o anche discutendone in veste critica. Al di là dei numerosi letterati prestati alla prima antropologia culturale, già nell’Ottocento furono molti gli autori che si ispirarono al taglio antropologico nella presentazione di personaggi, immagini e situazioni narrative. Si tratta di una tendenza ancora oggi molto diffusa e di successo, ben riscontrabile, in forme estremamente diversificate, nei titoli di Baldini, Lucarelli, Di Fulvio, Di Pietrantonio, Murgia, Lupo… Il panel si riferisce, però, anche ai riusi e ai restauri, alla riscrittura letteraria della produzione orale, regionale e tradizionale, alla traduzione o alla restituzione integrale dei dialetti, richiamando quindi, oltre alla contemporaneità, esperienze precedenti e ben individuabili tra la seconda metà del XIX e tutto il XX secolo.
  2. Crimini e misfatti. Il panel è dedicato agli aspetti forse più umbratili dell’antropologia, ancora oggi particolarmente contemplati e ulteriormente sviluppati soprattutto nel genere Noir e nel romanzo di indagine poliziesca (come nel caso di Romanzo criminale di De Cataldo), ma anche nel romanzo sociale (come nel caso di Gomorra o della Paranza dei bambini entrambi di Saviano). Se poi, per altre vie, nel XIX secolo, figure storiche come quella di Cesare Lombroso (che oltre a tutto nel 1888 raccoglie versi e testimonianze paraletterarie dei carcerati italiani) o luoghi culturali, come, appunto, l’antropologia criminale, o stereotipi, come quello del criminale atavico, entrano nelle trame di romanzi e novelle a tinte fosche, la tendenza è ancora molto attuale, tanto che antropologi e medici forensi sono spesso protagonisti di opere di consumo note e che, altrettanto spesso, il profilo del reo viene tratteggiato sulla base di una ricostruzione verosimile dal punto di vista criminologico.
  3. Romanzi di viaggio, reportage e letteratura postcoloniale: a partire dal celebre Verso la cuna del mondo, di Guido Gozzano, il romanzo di viaggio, non necessariamente esente dalla trasfigurazione letteraria di realtà geografiche, sociali e culturali, è senz’altro uno dei luoghi principali del rapporto fra antropologia e letteratura. Il viaggio è di fatto un percorso antropologico di scoperta di se stessi attraverso la descrizione di ciò che ci appare alieno o distante. Rientrano nel panel anche i temi della diaspora, della migrazione e della colonizzazione, così come ritratta dai popoli colonizzati e dagli stessi colonizzatori, fra ideali giustificazioni e affrancamenti. I reportage giornalistici sulla prima stampa specializzata, così come anche i romanzi di avventura pubblicati nel panorama popolare dell’Italia unita, rivendicano ed enfatizzano atmosfere e descrizioni esotiche, come nel caso della sterminata produzione di Emilio Salgari o di Luigi Motta; senza contare un insospettabile Edmondo De Amicis (Costantinopoli, Ricordi di Londra, Olanda). La linea letteraria del romanzo di viaggio prosegue per tutto il Novecento e sebbene lo scrittore viaggiatore per eccellenza, Bruce Chatwin, non fosse italiano, non sono mai mancati entro i nostri confini diari e scritture pronte a narrare partenze, itinerari e destinazioni che necessariamente accolgono un viaggiatore trasformato dall’esperienza del percorso stesso. Del resto, nel XX e XXI secolo, scrittori come Pino Cacucci o giornalisti come Guido Piovene, Tiziano Terzani, Paolo Rumiz hanno fatto del viaggio, dentro e fuori di sé, un fulcro di grande importanza.
  4. Antropologia del periferico: La periferia non è soltanto un luogo fisico o geografico, ma è anche lo sviluppo di culture decentrate che possono venire ritratte, interpretate e addirittura falsificate, in buona o in cattiva fede, dalla scrittura letteraria. Le periferie sono quelle di Pier Paolo Pasolini, ma anche quelle di Donatella Di Pietrantonio o di Gioacchino Criaco; le periferie seguono i loro figli quando questi le abbandonano non venendone però a loro volta abbandonati, come raccontava anche Giovanni Verga, inaugurando, tra l’altro, una tematica letteraria fortunata, fatta di difficili o impossibili traslochi culturali. I luoghi decentrati accolgono con durezza e verità chi vi si trasferisce, talvolta senza piena consapevolezza. Non soltanto in letteratura, però, le periferie sono spesso migliori, severe e implacabili maestre di vita rispetto al “centro” omologante, che può farsi comodamente corruttore e ipnotista, creatore di una mitologia progressiva talvolta illusoria e sostitutiva.
  5. Antropofiction e Fantafolk: l’Antropofiction di Meschiari e il Fantafolk di Baldini, ma anche tutta la produzione letteraria di Angioni e la critica antropo-letteraria di Teti, testimoniano che il rapporto tra letteratura e antropologia, così come sviluppato dagli stessi antropologi, è ancora oggi molto stretto e in via di evoluzione ulteriore. Il panel è dedicato all’illustrazione e all’approfondimento degli interessi e delle prove letterarie offerte dagli antropologi al pubblico dei lettori, specialisti e profani, tra XIX e XXI secolo. A partire dalla sensibilità letteraria di un Paolo Mantegazza, ci si vuole quindi rivolgere al momento nel quale l’antropologo diventa scrittore a tutti gli effetti, firmando romanzi, racconti, versi che hanno per soggetto l’antropologia stessa o che dalle sue modalità scientifiche, come dai suoi temi più coinvolgenti, traggono una forza poietica talvolta sospesa tra storyboard divulgativo e risultati propriamente letterari.
  6. Antropologia del post-umano. Oltre i confini dell’antropologia: a partire dai romanzi d’anticipazione del XIX secolo, percorrendo successivamente i binari della fantascienza compresa fra gli anni Cinquanta e l’avvento del nuovo millennio, la letteratura ha saputo immaginare con largo anticipo alcuni tratti salienti di una quotidianità, talvolta molto inquietante, che si fa di giorno in giorno preludio di un prossimo avvenire sospeso fra l’incubo e il sogno del progresso. Se nel 1864 Antonio Ghislanzoni immaginava «un gigante chimico vitale», vero Prometeo neoantropologico, nell’era postumana «le macchine non saranno più macchine», come ricordava già più di vent’anni fa Robert Pepperell e come ancor prima aveva immaginato Isaac Asimov. Le celebri collane «I Romanzi di Urania» o quella dedicata ai «Romanzi del Cosmo» hanno aperto agli italiani non soltanto le porte di pianeti lontani, ma soprattutto quelle di culture immaginarie o dimensioni antropologiche parallele. La contemporaneità sembra oggi per molti versi la realizzazione in scala ridotta di un ricco patrimonio letterario fantascientifico dove esseri umani, cyborg, androidi e computer coabitano fra conflitto, collaborazione e nuove modalità di convivenza. Inoltre, la clonazione, la coniugazione fra natura e artificio, le scienze bioniche, l’intelligenza artificiale, ma anche, più in generale, la globalizzazione (che, oltre a offrire indiscutibili vantaggi, impone la metamorfosi di valori e tradizioni locali) contribuiscono alla definizione di un nuovo discorso sull’uomo suggestivamente ritratto anche dalla letteratura.

 

Il nuovo esame di Stato e il ruolo della letteratura italiana moderna e contemporanea (sessione “Mod per la Scuola”)

Nel mondo della scuola c’è grande aspettativa per l’introduzione del nuovo esame di Stato a conclusione dei percorsi di istruzione secondaria di secondo grado. Alla vigilia delle prove, vale la pena di riflettere sulla ratio del mutato impianto, confrontandolo con le modalità precedenti, di fornire indicazioni pratiche per gli insegnanti che faranno parte delle commissioni e di focalizzare l’attenzione sul ruolo che il nuovo esame di Stato assegna alla letteratura italiana moderna e contemporanea. Le proposte di comunicazione per questa sessione, accompagnate da una breve scheda biografica, vanno indirizzate a giuseppe.langella@unicatt.it entro e non oltre il 30 aprile p.v.

INFORMAZIONI

Le proposte di comunicazione (max. 1200 battute), accompagnate da un breve profilo biografico e dall’indicazione del panel di riferimento, dovranno essere inviate all’indirizzo del convegno modcampobasso2019@gmail.com entro il 30 aprile 2019. L’eventuale accettazione della proposta verrà comunicata al più presto.

Per presentare una comunicazione è necessario essere in regola con la quota associativa dell’anno in corso (2019), che potrà essere versata tramite bonifico bancario a favore della MOD-Società italiana per lo studio della modernità letteraria, come indicato sul sito web.

Il convegno si aprirà il giorno 13 giugno alle ore 15 (Aula Colozza – Dipartimento Giuridico – Università degli Studi del Molise – Viale Manzoni, Campobasso). Le sessioni parallele si svolgeranno nel pomeriggio del 14 giugno, mentre nella mattina dello stesso giorno è prevista una visita all’area archeologica di Saepinum (Altilia). Nella mattina del 15 giugno, invece, avrà luogo l’Assemblea dei Soci. La chiusura dei lavori è prevista per le ore 13 di sabato 15 giugno.

Il programma definitivo verrà pubblicato nel mese di maggio sul sito MOD.

 

CENA SOCIALE E VISITA ALL’AREA ARCHEOLOGICA DI SAEPINUM

La visita all’area archeologica di Saepinum avrà luogo a partire dalle ore 09 del 14 giugno; la cena sociale si svolgerà durante la serata dello stesso giorno. Si forniranno maggiori dettagli dopo la data fissata per la deadline.

 

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