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Narrare la tragedia
Nel centenario della nascita di Primo Levi
Primo Levi è stato uno scrittore «grande non a prescindere dal suo tema […] ma proprio perquesto, e per la forma nella quale l’ha narrato» (Daniele Del Giudice, Introduzione a P. Levi, Opere complete, a cura di M. Belpoliti, Torino, Einaudi, 2016, p. XIV). Nel centenario della sua nascita i dottorandi in Filologia moderna del corso di Dottorato in Scienze del testo letterario e musicaledell’Università di Pavia vogliono proporre una riflessione intorno alle modalità impiegate per narrare la tragedia collettiva nella letteratura italiana dalle origini ai giorni nostri, con uno sguardo alle forme di espressione teatrale e cinematografica.
Da sempre infatti i più disparati generi (dalla cronaca all’epica, dal dramma tragico al romanzo, dal poemetto narrativo fino all’istantanea lirica, dal corto al lungometraggio) e i più varistili e linguaggi sono stati impiegati per raccontare e rappresentare gli scontri civili, le grandi catastrofi naturali, le guerre e le stragi che piagano intere comunità, ora trasfigurandole in veste fantastico-mitica, ora descrivendole con crudo realismo e lucida razionalità. Se tradizionalmente la categoria del “tragico”, inteso come «rifiuto della realtà storico-fenomenica» e della sua rappresentazione, esclude ogni «questione o preoccupazione di verosimiglianza e si pone sostanzialmente come “antirealista”», d’altro canto l’esigenza di «inventare metafore letterarie adeguate alla violenza obiettiva del mondo» (Giorgio Bàrberi Squarotti, Le sorti del tragico, Ravenna, Longo, 1978, pp. 29 e 96) può condurre ad esiti rappresentativi insieme realistici e tragici.
A questo proposito sarà opportuno considerare come la concezione del tragico e le modalità della sua rappresentazione si siano trasformate nel tempo, prendendo a riferimento, tra gli altri, lo studio di George Steiner (The Death of Tragedy, New York, Hill & Wang, 1961; trad. it.: La morte della tragedia, Milano, Garzanti, 1965) sulle ragioni culturali e antropologiche del tragico e del suo moderno smarrimento, e i lavori in ambito performativo-teatrale di Peter Szondi (Versuch über das Tragische, Frankfurt am Main, Insel Verlag, 1961; trad. it.: Saggio sul tragico, Torino, Einaudi, 1996) e Annamaria Cascetta (La tragedia nel teatro del Novecento, Bari, Laterza, 2009), volti aindagare la dicotomia novecentesca tra la “tragedia” come genere e il “tragico” come categoriatematica senza tempo.
Privilegiato campo d’indagine sarà il rapporto tra fiction e non fiction, tra invenzione e testimonianza, tra oscurità e chiarezza espressiva, poli antitetici e complementari attorno ai quali ruota la riflessione teorica novecentesca sul tema, nonché quella dello stesso Levi che, per parte sua, ha percorso la strada del «narratore testimone» (Del Giudice, cit., p. XIII) dal linguaggio «pacato e sobrio» (Primo Levi, Appendice a Se questo è un uomo, in Id. Opere complete, cit., p. 283), rivendicando la necessità e la moralità di uno stile limpido atto a rappresentare la tragedia personale e collettiva.
Tra le diverse aree di ricerca pertinenti al tema si suggeriscono le seguenti:
– studi sull’opera di Primo Levi dedicata alla Shoah.
– studi teorici sulla categoria del tragico e sull’evoluzione delle sue modalità narrative,focalizzati su un’epoca e/o estesi al suo sviluppo diacronico dalle origini della letteratura italiana a oggi;
– riflessione, studio ed esemplificazione del rapporto tra fiction e non fiction nei prodotti letterari e visivo-performativi italiani di modo tragico;
– studio dell’architettura, dell’intreccio, dei contenuti, dei personaggi di opere narrative in prosa e in versi e visivo-performative di modo tragico;
– studio della lingua, dello stile, delle forme di opere in prosa, in versi e visivo-performative di modo tragico;
– riflessione, studio ed esemplificazione della polarità stilistica chiarezza/oscurità, in riferimento, ad esempio, alla querelle tra Levi e Manganelli.
Il convegno si svolgerà presso la sede centrale dell’Università di Pavia nel dicembre 2019 e sarà coordinato da almeno due esperti in materia. Si invitano dottorandi, neo dottori e giovani ricercatori a partecipare con un intervento di circa 20 minuti. Gli interessati sono pregati di far pervenire le loro proposte (abstract di 300 parole al massimo) all’indirizzo dottorandi.fm@unipv.it entro il 31 maggio 2019, corredate di breve nota bio-bibliografica e contatti. Le proposte verranno valutate e selezionate indicativamente entro la fine di giugno. È prevista la pubblicazione degli Atti.
Comitato organizzativo:
Docenti: Pietro Benzoni, Mauro Bignamini, Alberto Conte, Fabrizio Fiaschini, Federico Francucci, Federica Villa.
Dottorandi: Giacomo Bellini, Ilaria Cavallin, Davide Cioffrese, Matteo Massari, Federica Massia, Cristina Penna, Enrico Sinno.