Ricordo di Lucio Lugnani

Ricordo di Lucio Lugnani

La MOD, Società italiana per lo studio della modernità letteraria, ricorda il professore Lucio Lugnani recentemente scomparso.

 

PER LUCIO LUGNANI
di Maria Carla Papini

Se ne è andato in sordina Lucio Lugnani, così come in fondo sempre aveva voluto vivere, lontano dagli echi delle cronache e dalla mondanità intellettuale, nella scontrosa, quasi aristocratica, e ben protetta solitudine che sempre gli aveva garantito Pisa, la città dei suoi studi e del suo esercizio universitario, dove ben presto si era trasferito dalla natia Trieste. Autore di non molti ma – forse anche perciò – acutissimi quanto originali studi, lascia un segno indelebile nel panorama critico della letteratura contemporanea per la sua riflessione sulla prosa pirandelliana e la produzione poetica di Leopardi e Gozzano, ma anche sulla narrativa di Maupassant e – da fine conoscitore dell’opera lirica qual era – del Don Carlos verdiano. E, in questo suo addentrarsi nella specificità del testo narrativo, poetico o anche musicale che sia, non è certo un caso l’attenzione da Lugnani dedicata al tempo (cfr. Del tempo, Liguori 1999) come tema, ma anche elemento strutturale e ritmo vitale e inequivocabile di una scrittura che sempre ne dimostra la ineludibile incidenza.

Per molti anni ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea presso l’Ateneo pisano, nel 1996 era stato – con Vittorio Spinazzola, Fausto Curi, Sandro Maxia, Romano Luperini, Giuseppe Savoca, Cristina Benussi, Maria Carla Papini, Franco Contorbia, Anna Dolfi – tra i fondatori della MOD (Società italiana per lo studio della modernità letteraria), del cui Direttivo aveva subito e per alcuni anni fatto parte e di cui aveva animato i primi convegni con l’ardore polemico e l’acume esegetico che ne caratterizzavano l’intelligenza critica. Ormai, a più di venti anni di distanza da quei primi, vivacissimi congressi e dai dibattiti appassionati e antiaccademici che li avevano inizialmente contraddistinti, la personalità di Lucio Lugnani, pur nella sua natura aspramente schiva, resta – in tutti coloro che ne condivisero l’esperienza culturale e umana – a testimonianza di un impegno intellettuale di ampia quanto singolare e personalissima portata.