«Ed è l’odore dei limoni» Premio annuale internazionale “Eugenio Montale”…
Scomparsa di Giancarlo Quiriconi
Con Giancarlo Quiriconi (già ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università degli Studi di Chieti, dove ha insegnato per circa un ventennio) scompare uno dei migliori lettori e interpreti di poesia del nostro Novecento. Laureatosi a Pisa in Letteratura italiana moderna e contemporanea, Quiriconi aveva iniziato la sua carriera presso la cattedra di Letteratura francese dell’Università di Urbino maturando una spiccata attenzione per la comparatistica nel rapporto soprattutto tra letteratura italiana e letteratura francese. Si era poi trasferito nel 1981 a Firenze per lavorare con Piero Bigongiari, e a Firenze era rimasto fino al suo trasferimento a Chieti. La sua formazione europea (Parigi), lungi periodi di insegnamento all’estero (Brasile, Irlanda, Venezuela…), contribuivano a farne un esemplare rappresentante di una disciplina come la Letteratura italiana contemporanea che si contraddistingue per la sua sensibilità teorica, il taglio comparatista e l’interdisciplinarietà. Di questa ricchezza è specchio la sua bibliografia che include, accanto a titoli di italianistica, saggi sulla letteratura francese moderna e numerose e importanti traduzioni. Nei suoi lavori sulla poesia e narrativa moderne si è occupato principalmente di autori italiani dalla prima alla quinta generazione (Ungaretti, Campana, Pea, Betocchi, il surrealismo, Sereni, Piccolo, Bigongiari – di cui ha curato un’antologia poetica -, Zanzotto, Ramat, Mussapi, De Angelis…). All’ermetismo, e all’opera di Mario Luzi ha sempre dedicato una particolarissima attenzione. Ancora imprescindibile il suo libro Il fuoco e la metamorfosi. La scommessa totale di Mario Luzi (Cappelli, 1980), e la cura del teatro completo di Luzi (Garzanti) e della raccolta La naturalezza del poeta. La sua lettura, colta e raffinata, delle esperienze poetiche novecentesche non era mai disgiunta da un’attenta storicizzazione, da un impegno etico-politico, da una civilissima conversazione che a lungo torneremo a rimpiangere.